L’osteoporosi si definisce, secondo l’OMS, “una malattia scheletrica sistemica caratterizzata da bassa massa ossea e da alterazioni architetturali dell'osso, che portano a un aumentato rischio di fratture”.
Ma cosa vorrà mai dire? In parole semplici, è una condizione patologica caratterizzata da ossa più sottili e fragili, che sono più soggette a fratturarsi.
Il diabete mellito è invece definito come “un gruppo di disordini metabolici a diversa eziologia, che
influenzano il metabolismo glucidico, lipidico e proteico”. Questa definizione deriva dalla coesistenza di diverse tipologie di diabete che si differenziano tra loro in base alla causa che ne scatena l’insorgenza.
- DIABETE DI TIPO 1: è causato da una reazione autoimmune in cui il sistema immunitario colpisce erroneamente le cellule che hanno la funzione di produrre l’insulina, inibendone la secrezione. Questo tipo di diabete è pertanto detto “insulino-dipendente” in quanto chi ne è affetto ha bisogno di iniezioni giornaliere di insulina per controllare i livelli di glucosio nel sangue.
- DIABETE DI TIPO 2: è il più diffuso. Le cause possono essere riassunte in due espressioni: “insulino resistenza” e "insulino-deficienza". Nel primo caso l’insulina prodotta dall’organismo non viene usata in maniera soddisfacente. Nel secondo caso invece l’insulina è prodotta in minor quantità e quindi non sufficiente per soddisfare la richiesta delle cellule.
A queste due tipologie si aggiungono poi il diabete gestazionale che vede la sua insorgenza in gravidanza, il diabete monogenico, causato da alterazioni genetiche specifiche, e il diabete secondario che è conseguenza di altre patologie che compromettono la produzione o l’utilizzo dell’insulina.
Esiste una correlazione tra le due patologie?
È noto come il complesso scheletrico può essere considerato uno dei bersagli più frequenti del diabete. In particolare si parla di “osteopatia diabetica”, ovvero l’insieme delle alterazioni della densità minerale e dei processi di crescita e rimodellamento ossei, associati all’aumentato rischio di frattura.
In particolare, nei pazienti affetti da diabete di tipo 1, è facilmente apprezzabile una densità minerale ossea a livello lombare e femorale inferiore rispetto ai soggetti sani. Mentre nel diabete di tipo 2, ciò che prevale è una ridotta resistenza causata da alterazioni del rimodellamento osseo, della microarchitettura, della forza e della composizione della matrice ossea.
È possibile prevenire le complicanze?
Comprendere le patologie e i disordini associati a queste malattie può migliorare significativamente la qualità della vita di chi ne è affetto. Perciò, riconoscere tempestivamente i sintomi delle diverse malattie endocrine e metaboliche è fondamentale per garantire un trattamento efficace e prevenire possibili complicanze. Nella condizione analizzata, in particolare, la mineralometria ossea computerizzata (MOC-DXA) è l’esame “gold standard” per la diagnosi di osteoporosi. È un esame semplice, con un basso grado di esposizione ai raggi X, che studia la massa e la quantità di minerali presenti nello scheletro, a livello della colonna vertebrale e al femore prossimale, e che consente di stimare il rischio di frattura.
È fondamentale, dunque, rivolgersi a specialisti qualificati per una corretta diagnosi e gestione, garantendo un approccio personalizzato e attento alle esigenze di ogni individuo.